La psicosomatica nasce dal riconoscimento dell’interrelazione tra mente e corpo, e dal conseguente interesse allo studio dell’influenza della dimensione psichica sulla quella organica. L’attenzione si sposta, quindi, dall’analisi dei fattori organici come cause della patologia, allo studio dei processi psicologici che si possono ricollegare ad essa. In quest’ottica, la malattia organica può essere considerata come una sorta di linguaggio del corpo, per cui il sintomo fisico dev’essere letto come una traduzione, all’interno dell’organismo, del disagio emotivo del paziente.
La mente interagisce con il corpo a diversi livelli. Situazioni di stress e di disagio psicologico possono attivare il sistema nervoso autonomo, che risponde con specifiche attività neurovegetative. Le emozioni negative, come risentimento, rabbia, preoccupazione o rimpianto, anche (e soprattutto) se non sono espresse possono portare il sistema nervoso autonomo ad uno stato di attivazione, ad una condizione di emergenza continua che si protrae più a lungo di quanto l’organismo stesso sia in grado di tollerare. Altre volte, la somatizzazione può consistere nella manifestazione di un conflitto intrapsichico che, non potendo essere espresso attraverso il pensiero, viene immediatamente scaricato nell’organismo attraverso il sistema neurovegetativo. Sintomi psicosomatici sono comuni in diversi disturbi psicologici, come nei disturbi dell’umore e, in particolare, nei disturbi d’ansia. Tuttavia esistono alcuni disturbi psicosomatici che si instaurano anche in assenza di altri sintomi di natura psicologica e che, proprio per questo motivo, rendono più difficile per il soggetto che ne soffre imputare il proprio malessere fisico ad una sofferenza psicologica piuttosto che ad una particolare malattia fisica.
Possiamo distinguere i disturbi psicosomatici in due gruppi: primari e secondari.
• Nei disturbi psicosomatici primari è presente una disfunzione biologica sulla quale si innesta la componente psicosomatica, che agisce sottoforma di un‘esasperazione emotiva del sintomo organico preesistente. Ad esempio, immaginiamo il caso di un bambino che soffre di asma: gli attacchi di asma potranno essere più intensi e frequenti in risposta a stimoli emotivi ansiogeni piuttosto che a fattori fisiologici, tanto da portare a una condizione di “asma psicosomatica”.
• Nei disturbi psicosomatici secondari, invece, non si rintraccia nessuna disfunzione biologica nell’eziologia del disturbo organico. La natura psicosomatica si rileva nella trasposizione dei contenuti emotivi conflittuali in corrispondenti sintomi somatici. Questi sintomi, poi, potranno organizzarsi sotto forma di un determinato quadro clinico, più o meno grave.
I disturbi psicosomatici possono manifestarsi a carico di vari organi. Alcuni dei più frequenti riguardano:
Apparato gastrointestinale, sotto forma di gastrite cronica, iperacidità gastrica, colite ulcerosa, ulcera peptica, colon irritabile, stipsi, diarrea, nausea, vomito. I disturbi relativi a questo apparato sono fra i più frequenti.
Apparato cardiocircolatorio, sotto forma di tachicardia, aritmie, cardiopatia ischemica, ipertensione arteriosa essenziale, cefalea emicranica.
Apparato respiratorio, tramite asma bronchiale (soprattutto nei bambini) e sindrome iperventilatoria.
Sistema cutaneo, sotto forma di acne, dermatite atopica, psoriasi, prurito, orticaria, disidrosi, sudorazione profusa, eritema pudico (rossore da emozione).
Apparato urogenitale, mediante dolori mestruali, impotenza, eiaculazione precoce, anorgasmia, enuresi.
Apparato muscolo–scheletrico, attraverso crampi muscolari, mialgia, torcicollo, cefalea tensiva, cefalea nucale, artrite, dolori al rachide.
Alimentazione, sotto forma di disturbi del comportamento alimentare.