Con il termine “dipendenza” ci riferiamo a un’alterazione del comportamento, che da normale abitudine si trasforma in ricerca ossessiva, spasmodica e patologica dell’oggetto del piacere. L’individuo che presenta una dipendenza perde, quindi, la capacità di controllo sul proprio comportamento. Le forme più gravi di dipendenza si manifestano con la compulsività, ovvero il bisogno incessante di ripetere sistematicamente azioni finalizzate al raggiungimento della gratificazione. Gli oggetti della dipendenza possono essere numerosi, così come le forme che la dipendenza può assumere: si può dipendere patologicamente dal cibo (disturbi del comportamento alimentare), dalle sostanze stupefacenti (tossicodipendenza, alcolismo, tabagismo), dal sesso (dipendenza sessuale, masturbazione complusiva), dal lavoro (workaholic) dal gioco (ludopatia), dalla televisione, internet e videogiochi, e da molti altri oggetti ancora.
Le dipendenze patologiche sembrano essere correlate con la più precoce esperienza di dipendenza relazionale: quella verso la madre. In quest’ottica, i vari oggetti di dipendenza patologica possono essere considerati funzionali nel sostituire esperienze precoci deficitarie e funzioni psichiche incomplete (come il controllo degli impulsi, la regolazione degli affetti, la capacità di prendersi cura di sé), nel tentativo di colmare un vuoto interiore e di ristabilire un senso completo del Sé.
Ecco una sintesi di alcune delle più diffuse dipendenze patologiche:
Tossicodipendenza
La tossicodipendenza è la condizione di chi avverte il bisogno irrefrenabile di assumere una sostanza nociva, in genere una droga, nonostante le negative conseguenze che tale assunzione può comportare sul piano fisico, psicologico, e relazionale. La tendenza è rivolta al policonsumo, ovvero all’assunzione di più sostanze contemporaneamente. La mancata assunzione della sostanza può comportare l’astinenza, che può essere sia di natura fisica, con alterazione dello stato neurobiologico, che psicologica, con alterazione dello stato emotivo della personalità. Relativamente alla dipendenza fisica e alla relativa astinenza, alcune definizioni sottolineano la possibile assuefazione dell’organismo all’elemento tossico: in questo caso l’organismo ha trovato un nuovo equilibrio basato sulla regolare assunzione della sostanza, per cui diventa necessario reintegrare costantemente la quantità della sostanza tossica quando la sua concentrazione scende. Relativamente alla dipendenza psicologica, invece, si fa riferimento alla cosiddetta “assuefazione mentale”, cioè all’associazione mentale tra uno stato di benessere sperimentato nel passato in occasione dell’assunzione della sostanza, e la necessità di rivivere tale sensazione, per cui le nuove assunzioni della sostanza diventano indispensabili e, nel caso in cui il soggetto sperimenti una soddisfazione minore rispetto al passato, portano alla percezione dell’esigenza di dosi crescenti.
Gioco d’azzardo patologico
Il gioco d’azzardo patologico è un disturbo del comportamento caratterizzato da una graduale perdita della capacità di autolimitare il proprio comportamento in relazione al gioco, che finisce per assorbire sempre più risorse, con grave compromissione del funzionamento personale, sociale e lavorativo del soggetto dipendente. In questi casi il gioco smette di essere solo un’attività piacevole, un passatempo, per diventare il centro della vita dell’individuo: non esistono più stimoli altrettanto forti e appaganti del gioco. Nel caso di una grave dipendenza dal gioco d’azzardo, l’impulso a giocare diventa un bisogno irrefrenabile e incontrollabile, al quale si associa una forte tensione emotiva ed una incapacità di ricorrere a un pensiero riflessivo. L’autoinganno assume la funzione di strumento di controllo del senso di colpa e innesca un circolo vizioso per cui, davanti a una perdita, il giocatore giustifica la sua insistenza nel gioco con il tentativo di riuscire a recuperare almeno la somma perduta. Talvolta, durante il gioco, si può vivere un’alterazione dello stato di coscienza, che va da un deterioramento della percezione temporale fino a uno stato di estasi ipnotica.
Internet dipendenza
Il fenomeno della Dipendenza da Internet si è diffuso notevolmente negli ultimi dieci anni, soprattutto a causa della maggiore accessibilità ad Internet, alla nascita dei Social Network, alla diffusione delle chat, dei siti porno gratuiti e di quelli dedicati al gioco on-line, tutte condizioni che ci hanno offerto la possibilità di costruire in rete una seconda vita virtuale, con conseguente dissociazione dalla vita reale.
I soggetti a rischio hanno generalmente un’età compresa tra i 15 e i 40 anni, sono spesso isolati per ragioni geografiche o lavorative (ad esempio, possono essere legati a turni notturni di lavoro), e in genere presentano difficoltà psicologiche o relazionali preesistenti all’Internet dipendenza, come: senso di solitudine, insicurezza sulla propria immagine esteriore, ansia, depressione, problemi di coppia e nelle relazioni sociali allargate, difficoltà collegate al lavoro, ecc.
Si distinguono cinque tipi specifici di dipendenza online:
Dipendenza ciber-sessuale: è una dipendenza sessuale legata all’uso e al commercio del materiale reperibile in rete e alle relazioni erotiche intrecciate nelle chat..
Dipendenza ciber-relazionale (o dalle relazioni virtuali): è relativa ad un coinvolgimento estremo e quasi esclusivo nelle relazioni online, con grave compromissione dei rapporti sociali reali.
Net Gaming: è la dipendenza dai giochi in rete, nelle loro diverse forme (videogame, giochi di ruolo, gioco d’azzardo, ecc.).
Sovraccarico cognitivo: riguarda il ricorso compulsivo ai database online per la raccolta dei dati e delle informazioni disponibili sul web.
Gioco al computer: dipendenza verso quei giochi che non sono ricercati su internet, ma fanno direttamente parte dei sistemi operativi dei computer.
Shopping compulsivo
La sindrome da shopping compulsivo è una dipendenza che si manifesta con il desiderio compulsivo di fare acquisti, generalmente di oggetti che non sono necessari, e che spesso vengono messi da parte, regalati o gettati via. Questa dipendenza si manifesta inizialmente con il piacere che si ricava da un nuovo acquisto; in seguito, però, genera uno stato di tensione crescente che si risolve solo con un nuovo acquisto, per cui il desiderio di comprare diventa un impulso irrefrenabile. Da un punto di vista emotivo, lo shopping compulsivo ha inizialmente un carattere euforico: la persona è entusiasta del nuovo acquisto, quasi esaltata dalla conquista; poi però, nel giro di breve tempo, il sentimento iniziale comincia a prendere prima la forma della delusione, poi del senso di colpa e della vergogna, fino ad arrivare a un vissuto paradossale d’impotenza e a una sensazione di vera e propria schiavitù.
Dipendenza affettiva
Ognuno di noi è dipendente, in una certa misura, dagli altri. Una vera indipendenza non è né possibile né auspicabile, ma la dipendenza affettiva può raggiungere una forma così estrema da diventare patologica. La dipendenza affettiva patologica è una condizione relazionale negativa caratterizzata da un’assenza di reciprocità nella vita relazionale, per cui si perdono di vista i propri bisogni, le proprie esigenze, le proprie convinzioni e si rinuncia a qualsiasi possibilità di crescita personale in favore di una totale prostrazione verso l’altro. Tale dipendenza può anche essere reciproca, ma porta sempre ad un impoverimento generale della relazione. La persona vittima di una dipendenza affettiva è incline alla sottomissione, non è in grado di prendere delle decisioni autonomamente, ha costantemente bisogno di essere rassicurata e di avere qualcuno che se ne prende cura, e pur di farsi ben volere è disposta a subire comportamenti inaccettabili per chiunque altro.